" Sono qui che aspetto l'imbarco per Milano . mi guardo attorno : un mondo di alieni . Uno su due se ne sta chiuso nel suo mondo artificiale in compagnia di agende , cellulari , computer portatili , troller standard per sottopoltrona Alitalia . L'alieno seduto accanto a me sta armeggiando con i pulsanti di un orologio mostro , corona da cronometro subacqueo , quadranti circolari che farebbero impallidire una console di Boeing . Mi scruta attraverso gli occhialini cerchiati di lucido acciaio superleggero : " Sa dirmi l'ora ? " mi chiede preoccupato . " Mi spiace " e gli mostro il polso desolatamente deserto . Mi guarda stupito , gli spiego : " Sto imparando a vivere senza " . Un sorriso falsamente compiacente ma imbarazzato , " Anch'io dovrei " .
Non ha finito di parlare che il cellulare lo richiama all'ordine , è la prima di una serie incredibile di telefonate con le quali avverte il mondo intero , amica inclusa , che è rimasto qui incartato , sì incartato. " Ci scusiamo con i signori viaggiatori ..." sfotte l'annunciatrice "... a causa del ritardo dell'aeromobile in transito , la partenza subirà un ritardo di circa quarantacinque minuti " .
" Sai ho perso quello delle nove e questo ha un ritardo di tre quarti d'ora ......perchè l'ho perso ? Ma perchè ho bucato , pensa sotto la pioggia ho dovuto cambiare la ruota e così sono arrivato qui che quello delle nove era già partito , per fortuna mi hanno dato un calcio ( a me hanno dato solo una carta d'imbarco ) e così sono qui ad aspettare , ma la situazione la vedo incartata chissà se arrivo per mezzogiorno ; ....la riunione ? , sì la riunione è alle tre ....a quella voglio esserci , non me la perdo quella . ..Stasera ? Stasera vado a dormire da mia madre , potremmo andare a cena insieme , ti va ? "
In quel momento annunciano un ulteriore ritardo di venticinque minuti , lui alza gli occhi al cielo , poi mi guarda con un ghigno disperato : " L'avevo detto che la vedevo incartata "...
( Edoardo Longobardi - Fiumicino , Nov. ' 99 )
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